Le Foto Che Hanno Segnato Un'Epoca (2025)

Le Foto Che Hanno Segnato Un'Epocahttp://www.lefotochehannosegnatounepoca.itTue, 24 Nov 2020 11:11:28 +0000it-IThourly1https://wordpress.org/?v=5.5.9Il massacro di Waco, dove 76 persone persero la vita dopo 51 giorni d’assediohttp://www.lefotochehannosegnatounepoca.it/2020/11/24/il-massacro-di-waco-dove-76-persone-persero-la-vita-dopo-51-giorni-dassedio/http://www.lefotochehannosegnatounepoca.it/2020/11/24/il-massacro-di-waco-dove-76-persone-persero-la-vita-dopo-51-giorni-dassedio/#respond<![CDATA[Roberto Vitale]]>Tue, 24 Nov 2020 11:11:28 +0000<![CDATA[Società]]>http://www.lefotochehannosegnatounepoca.it/?p=3383<![CDATA[

Nel febbraio del 1993 un commando dell’agenzia federale ATF fece irruzione in un ranch a Waco, Texas, per quella che sarebbe dovuta essere un’operazione semplice e veloce, fu invece solo l’inizio di un assedio durato [...]

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Le Foto Che Hanno Segnato Un'Epoca (1)

Nel febbraio del 1993 un commando dell’agenzia federale ATF fece irruzione in un ranch a Waco, Texas, per quella che sarebbe dovuta essere un’operazione semplice e veloce, fu invece solo l’inizio di un assedio durato 51 giorni, che coinvolse anche l’FBI, l’esercito e la polizia locale, e finì in tragedia.

Ma facciamo un passo indietro…

Il ranch era occupato da un distaccamento della setta avventista dei davidiani, uomini donne e bambini riuniti attorno al giovane e carismatico leader David Koresh, la cui peculiare lettura della bibbia prevedeva un’imminente fine del mondo: vivevano come una comune hippie, all’apparenza pacifica, ma avevano attirato l’attenzione delle forze dell’ordine soprattutto per la tendenza ad accumulare armi di grosso calibro.

Nel 1993 il governo degli Stati Uniti cominciò ad indagare su Koresh e su quanto stesse accadendo davvero dentro al ranch; sulla base anche di informazioni fornite da un fuoriuscito della setta circa il possesso da parte del leader di componenti d’arma capaci di modificare armi comuni rendendole da guerra, si formularono diverse ipotesi di reato (possesso illegale di armi, abuso di alcool e droga, pedofilia, ecc.) e si decise per una perquisizione dei locali.

Il 28 febbraio 1993, gli agenti del BATF (Bureau of Alcohol, Tobacco and Firearms), ente dipendente dal Governo Federale, cercarono di eseguire un ordine di perquisizione. Ne nacque un conflitto a fuoco fra agenti e membri della comune religiosa di Waco: morirono 6 davidiani e 4 federali. Da questo momento, iniziò l’assedio alla comune dei davidiani, che durerà 51 giorni.

Il 19 aprile 1993, agenti esperti dell’FBI e reparti scelti della “Delta Force”, che utilizzarono anche veicoli corazzati e carri armati di grossa stazza, circondarono la setta religiosa non lasciando loro nessuna possibilità di fuga. L’FBI utilizzò un alto numero di granate contenenti gas CS durante l’assalto. Il gas CS è altamente infiammabile ed esplosivo in ambienti confinati. Il successivo uso di dispositivi incendiari lo avrebbe fatto esplodere. Tutti i palazzi che componevano il ranch bruciarono totalmente.

Nessuno dei 76 davidiani esce, non si sa se per volontà, per obbligo o perché rimasti bloccati dal fuoco. Estratti i corpi, l’autopsia rivelerà che 20 persone riportano ferite mortali da arma da fuoco, tra cui cinque bambini sotto i 14 anni. Dayland Gent, di 3 anni, è stato pugnalato al cuore; secondo i medici legali si è trattato del colpo di grazia che gli hanno inflitto i genitori quando hanno capito che sarebbero morti arsi vivi. Steve Schneider, il braccio destro di Koresh, gli ha sparato in testa e poi si è ucciso a sua volta.

Le Foto Che Hanno Segnato Un'Epoca (2)

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Il mistero di D.B Cooper, l’uomo che dirottò un aereo e scomparve nel nullahttp://www.lefotochehannosegnatounepoca.it/2020/11/22/il-mistero-di-d-b-cooper-luomo-che-dirotto-un-aereo-e-scomparve-nel-nulla/http://www.lefotochehannosegnatounepoca.it/2020/11/22/il-mistero-di-d-b-cooper-luomo-che-dirotto-un-aereo-e-scomparve-nel-nulla/#respond<![CDATA[Roberto Vitale]]>Sun, 22 Nov 2020 08:46:02 +0000<![CDATA[Società]]>http://www.lefotochehannosegnatounepoca.it/?p=3371<![CDATA[

Il 24 novembre 1971, a Portland, nell’Oregon, un uomo che viaggiava con il nome di Dan Cooper salì a bordo di un aereo per Seattle, città situata nel vicino Stato di Washington, nel nord-ovest degli [...]

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Le Foto Che Hanno Segnato Un'Epoca (3)

Il 24 novembre 1971, a Portland, nell’Oregon, un uomo che viaggiava con il nome di Dan Cooper salì a bordo di un aereo per Seattle, città situata nel vicino Stato di Washington, nel nord-ovest degli Stati Uniti. Affermò quindi di essere in possesso di una bomba, mostrando ad una hostess una borsa con dei fili e dei cilindri rossi.

Quando l’aereo è atterrato a Seattle, il pilota ha fatto scendere i passeggeri in cambio di un riscatto di 200.000 dollari e di una serie di paracadute. Dopo aver dato ordine all’equipaggio di riprendere il volo in direzione del Messico, l’uomo si è lanciato dalla scaletta posteriore dell’aereo, ad un’altitudine di circa 3.000 metri. Non è mai stato ritrovato, né vivo né morto.

Nel 1980, sulle rive del fiume Columbia, nello Stato americano di Washington, un ragazzo scoprì tre mazzi di banconote da 20 dollari, i cui numeri di serie permisero di rivelare che facevano parte del riscatto. Questa scoperta, assieme al fatto che alcuna altra banconota sia stata ritrovata, hanno fatto pensare che il pirata, alias D.B. Cooper, possa essere morto in seguito al lancio, effettuato in piena notte, con cattive condizioni meteorologiche e con abbigliamento civile, al di sopra di una zona sconosciuta.

L’inchiesta, che non ha portato risultati, è stata chiusa nel 2016. Si tratta del solo dirottamento d’aereo della storia degli Stati Uniti a non essere mai stato chiarito.

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Mr. 33 cm – John Holmes, la tormentata vita dell’attore a luci rossehttp://www.lefotochehannosegnatounepoca.it/2020/11/21/mr-33-cm-john-holmes-la-tormentata-vita-dellattore-a-luci-rosse/http://www.lefotochehannosegnatounepoca.it/2020/11/21/mr-33-cm-john-holmes-la-tormentata-vita-dellattore-a-luci-rosse/#respond<![CDATA[Roberto Vitale]]>Sat, 21 Nov 2020 11:46:40 +0000<![CDATA[Cinema]]>http://www.lefotochehannosegnatounepoca.it/?p=3358<![CDATA[

John era il più giovane di quattro figli, tre maschi ed una femmina, e non aveva mai conosciuto suo padre, Carl Estes, un operaio delle ferrovie. Sua madre Mary si risposò con un falegname, Edward [...]

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Le Foto Che Hanno Segnato Un'Epoca (4)

John era il più giovane di quattro figli, tre maschi ed una femmina, e non aveva mai conosciuto suo padre, Carl Estes, un operaio delle ferrovie. Sua madre Mary si risposò con un falegname, Edward Holmes, dedito all’alcool, dal quale ne prese il cognome. All’età di otto anni si trasferirono in una casetta dell’ Ohio. All’età di 16 decise di arruolarsi nell’esercito. Dopo il congedo, si recò a Los Angeles, facendo i lavori più disparati. Nel 1965 sposò Sharon e, durante un periodo di convalescenza, si mise a frequentare un circolo di poker. Un giorno, nel bagno, incontrò un uomo che gli propose di fare del porno. Iniziò così a frequentare un locale le cui facciate mimetizzavano dei piccoli teatri, utilizzati per le riprese porno. Così disse John: “Ho dovuto persino tenermi addosso le mutande in quanto era illegale mostrare il fondoschiena di un uomo. Poi iniziarono ad essere più audaci e potei togliermi gli slip. Per una serie di riprese , dovetti fingere di fare sesso con una modella”. Nel 1968 decise che quello sarebbe stato il lavoro della sua vita.

Nel 1969 John iniziò a girare dei films per conto di William Amerson. Tutte le scene spinte erano simulate. Holmes non era certamente un attore “fisico”: era molto magro, alto, ma nulla di più. Quando, però, si tolse i vestiti, Amerson capì di avere una “stella”. Nel 1971 decise di iniziare a mostrare una vera “prestazione”. Guadagnarono parecchi dollari, vendendo i films a New York e Chicago. Nel 1972, con il successo di “Gola Profonda”, “Il Diavolo in Miss Jones” e “Dietro la Porta Verde”, il film porno assunse una connotazione più artistica. E’ anche l’anno in cui John iniziò a fumare marijuana, passando poi ai funghi allucinogeni, agli acidi e alla cocaina, una droga che non abbandonò mai. Nel 1973 quel “genere” non consentiva ancora grandi guadagni ma si riusciva comunque a vivere decentemente. Chinn, regista porno, scrisse una sceneggiatura in cui Holmes impersonava la parte del detective privato Johnny Wadd; era la prima serie di film porno ad episodi, in quanto ne furono girati ben nove.

Nel 1975, una prima avvisaglia dei futuri guai di John: per incrementare i suoi guadagni, Holmes divenne un corriere della malavita e cominciò a prostituirsi anche con uomini e donne che lo sommergevano di regali, tra automobili e preziosi. Nel 1976, si invaghì di Dawn Schiller, una quindicenne. Avrà un ruolo ben specifico nel seguito della storia. Nel 1978 è al culmine della sua carriera: guadagnava circa 3.000 dollari al giorno. La sua attività cominciava a rendere piuttosto bene, ma John diventò sempre più tossicodipendente: aveva continuamente bisogno di “sniffare” cocaina, senza contare l’abbondante uso di Valium per ridurre la tensione. Anche Dawn fu “iniziata” al vizioso circolo droga/sesso/prostituzione; quest’ultimo proprio per potere soddisfare la sua fame di droga. La sua tossicodipendenza diventò, però, un problema anche sul set: John cominciò a non riuscire più ad avere una normale e rapida erezione.

Nel 1981, dopo avere continuamente commesso dei furti per mantenere il suo vizio, fu arrestato dalla polizia mentre stava rubando un computer da un’auto. Eddie Nash,proprietario di un night club, pagò la cauzione per farlo uscire di prigione. Era un pericoloso cocainomane e spacciatore: vendeva coca, eroina e molte altre droghe; si divertiva ad organizzare “festini” che duravano per alcuni giorni, in un diabolico mix di sesso e depravazione. Holmes, fenomeno da baraccone, iniziò a spacciare droga per ripagare il suo mecenate. Dawn Schiller fu offerta a Nash come “regalo sessuale di compleanno” e ciò fruttò a John 100 grammi di cocaina strong. Dopo quel fatto, Dawn non ne volle più sapere per mesi di John ma alla fine si rimise con lui.


Fu proprio nel 1981 che per John si aprirono gli abissi di una allucinante esperienza. Ormai completamente schiavo della droga, decise che fosse l’ora di “gustarsi” un paio di consegne di droga destinate ad un gruppo di spacciatori; messo alle strette e picchiato, per uscire da quella situazione fece il nome di Eddie Nash; promise loro di lasciare aperta la porta del locale di Eddie, dopo una sua visita di cortesia. Così fu e la gang rubò oltre 100.000 dollari in contanti, 150.000 dollari in gioielli, un chilo di eroina, più di quattro chili di cocaina e 5.000 compresse di anfetamine. Le cose, però, non andarono liscie. Un terribile fatto di sangue segnò l’inizio di un’inchiesta. Cos’era successo? Secondo gli investigatori, John commise un passo falso: portava al dito un anello di Nash che gli era stato rubato durante la rapina. Nash minacciò, allora, di uccidere tutti i parenti ed amici di John se non lo avesse portato al covo della gang. Messo alle corde, accompagnò Nash ed i suoi sicari alla casa dove vivevano gli spacciatori. Con una pistola puntata alla tempia, John guardò i tirapiedi di Nash colpire con una sbarra di acciaio i cinque mebri della banda fino a ridurli ad una poltiglia di sangue. La mattina presto di quel giorno infausto, John, coperto di sangue, bussò alla porta di Sharon. Le disse che aveva assistito ad un omicidio:

Sharon: “Perchè non hai fatto qualcosa?”
John: “Non ho potuto, la scelta era fra me e la mia famiglia, compresa tu, o loro”
Poi John andò da Dwan e si addormentò. Lo sentì urlare nel sonno “Sangue, sangue, sangue, tanto sangue!!”.
Sembra, però, che Nash e Holmes avessero contatti politici ed amicizie all’interno della polizia, che impedirono loro di essere interrogati dagli investigatori. Ospitati in un lussuoso hotel nel centro di Los Angeles, John si rifiutò di testimoniare in quanto aveva paura che Nash mantenesse i propositi omicidi. Finalmente John, Dawn e Sharon furono rilasciati. Dawn e John cambiarono colore alla macchina di Sharon e partirono. Lungo la strada John rubava dalle macchine per avere di che sopravvivere. Quando arrivarono a Miami, John fece prostituire Dawn sulla spiaggia. Due settimane dopo portò la polizia da Holmes; quella fu l’ultima volta che John e Dawn si videro.

Il processo iniziò a Los Angeles il 20/05/1982. Era accusato di doppio gioco con i suoi amici e di avere pestato a morte almeno uno della banda. Il 26/06/1982 la giuria lo trovò non colpevole. Holmes fu trattenuto in prigione per furto. La polizia arrestò Nash con l’accusa di detenzione e spaccio di droga e fu poi condannato a nove anni di reclusione. dopo quella sentenza, John testimoniò (ma dando informazioni inutili) e venne rilasciato. Nel frattempo Sharon aveva divorziato da lui: le giunse una sua telefonata durante la quale ella così rispose: “Vai a farti fottere fuori dalla mia vita”.

John si trasferì e si mise a fare il gigolo per una sessantacinquenne. Nel 1983, John girò un porno omosessuale, “The Private Pleasures of John C. Holmes”, in cui faceva sesso con una star gay, morta poco dopo di AIDS. Dopo un paio di anni in prigione, Eddie Nash venne rilasciato per buona condotta. John era preoccupato, ma Eddie non gli fece nulla. La sua fortuna era stata distrutta dalla droga e dalle spese giudiziarie.

Nel 1985, Amerson e John iniziarono un programma di test HIV nell’industria pornografica; ma gli attori si opposero in quanto pensavano rappresentasse una violazione dei loro diritti civili. John e Amerson fecero un test nel 1986. Il dottore disse che c’era una notizia buona e una cattiva; Amerson era a posto e John impallidì. Il dottore gli spiegò che il fatto di essere sieropositivo non significava necessariamente che avrebbe preso l’AIDS, e che se avesse smesso di fumare, bere e drogarsi avrebbe potuto vivere altri 20 anni; ma John arrivò a fumare sei pacchetti di sigarette al giorno e a bere due quarti di whisky, anzichè uno, e iniziò a drogarsi più che mai. Nonostante fosse sieropositivo, Holmes continuò a fare film porno, fra cui “The Rise and Fall of the Roman Empress” con la pornostar Ilona “Cicciolina” Staller. Era convinto che tutti nel settore della pornografia erano comunque destinati a morire di AIDS. Negli ultimi due anni john era pervaso dai dolori. Amerson e Laurie, la sua nuova compagna, istituirono il Fondo d’Assistenza per John Holmes. Fra i donatori c’era anche la Caballero Productions.

Nel 1987 John sposò Laurie. John picchiava Laurie regolarmente. Quando la sua salute peggiorò entrò nell’ospedale della Veteran’s Administration. Laurie impedì a tutti gli Amerson di andarlo a trovare.

Il 13/03/1988 John Holmes muore. Le sue ceneri furono sparse nell’oceano…

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AILEEN WOURNOS – MONSTER?http://www.lefotochehannosegnatounepoca.it/2020/03/20/aileen-wournos-monster/http://www.lefotochehannosegnatounepoca.it/2020/03/20/aileen-wournos-monster/#respond<![CDATA[Roberto Vitale]]>Fri, 20 Mar 2020 13:49:57 +0000<![CDATA[Società]]>http://www.lefotochehannosegnatounepoca.it/?p=3344<![CDATA[

AILEEN WOURNOS – LA KILLER DELL’AUTOSTRADA Nel 2003 Charlize Theron vince il premio oscar per l’interpretazione nel film “Monster” scritto e diretto da Patty Jenkins e vietato ai minori di 17 anni non accompagnati negli [...]

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Le Foto Che Hanno Segnato Un'Epoca (5)

AILEEN WOURNOS – LA KILLER DELL’AUTOSTRADA

Nel 2003 Charlize Theron vince il premio oscar per l’interpretazione nel film “Monster” scritto e diretto da Patty Jenkins e vietato ai minori di 17 anni non accompagnati negli Stati Uniti. Il film racconta le gesta di una delle serial killer più famose e controverse d’America.

Aileen Carol Pittman nasce il 29 febbraio del 1956 a Rochester nella zona di Oakland in Michigan.La storia di Aileen riscalda e raffredda il cuore allo tempo stesso perché per tutta la sua vita rincorrerà il latente desiderio di trovare stabilità e affetto.

Aileen viene al mondo nella famiglia sbagliata e nel momento sbagliato.Purtroppo l’infanzia di Aileen, che prende il nome dalla nonna materna, si ritrova ben presto in mezzo ad una vicenda famigliare non nuova, in quegli anni.

Anni in cui l’alcool era un problema e in cui le violenze e abusi privati erano all’ordine del giorno.

La famiglia Pittman è formata da Leo Dale Pittman e da Diane Wuornos rispettivamente marito e moglie. Il loro matrimonio è al catafascio così come la loro futura esistenza.

Il padre ben presto riceve una condanna per violenze sessuali su minori.

Viene ritrovato qualche tempo dopo impiccato nella sua cella, forse morto suicida.

La madre, in un profondo stato di alcolismo ed incapace di allevare il figlio Keith e la figlia Aileen, li affida ai suoi genitori, che però non possono soddisfare i bisogni di due bambini, che ben presto prenderanno la strada sbagliata.

L’ossessione morbosa verso gli uomini, da parte di Aileen, che ora acquisisce il cognome Wournos, potrebbe trovare inizio dopo un brutto fatto che che vede coinvolta lei, un amico di famiglia e suo padre.

Infatti la giovane Aileen viene violentata da un amico del padre, in un freddo pomeriggio, poco dopo il suo 14esimo compleanno.

A complicare il tutto, dopo lo stupro, Aileen rimane incinta e decide di portare a termine la gravidanza per poi consegnare il bambino allo Stato, dove verrà adottato. Il piccolo e la madre non si vedranno mai.

Affrontato questo primo avvenimento drammatico della sua vita, lascia la scuola, mentre muore la nonna Aileen Britta nel momento in cui definitivamente finisce la sua infanzia e adolescenza, approdando all’età adulta troppo presto.

Viene allontanata da casa dal nonno materno e si ritrova sulla strada a battere i marciapiedi per racimolare qualcosa per mangiare e dormire, in vista di un cambio di rotta troppo desiderato.

Invece nel 1974 ottiene la sua prima condanna per varie imputazioni tra cui: guida in stato di ebrezza, disturbo della quiete pubblica e utilizzo di armi da fuoco senza autorizzazione.

Utilizza spesso la calibro 22 per minacciare o sparare ai veicoli in movimento.

Il felice momento economico inizia nel 1976 quando sposa un facoltoso anziano di nome Lewis Gratz Fell, che la mantiene in tutti i suoi vizi. Uno spiacevole avvenimento in cui rimane coinvolto lo stesso Fell, lo porta a chiedere un mandato di restrizione nei suoi confronti, a causa degli scatti iper violenti di cui soffre occasionalmente, poco dopo il matrimonio.

Viene arrestata di frequente e l’ultima batosta arriva con la morte di Keith, il suo unico fratello.

Aileen si mantiene grazie ad una assicurazione di cui era inconsapevole beneficiaria, derivante dalla morte del fratello che sperpera subito in alcool e nel pagamento di alcune multe accumulate.

Non evita di essere arrestata ancora nel 1986, per furto d’auto, resistenza a pubblico ufficiale e tentata rapina con la fedele calibro 22.

Proprio in questo momento di folle sopravvivenza, tra prostituzione e risse nei bar, Aileen conosce una barista in un locale gay di nome Tirya Moore.

Le due per un periodo convivono, mantenute dalla rendita da prostituta di Aileen, che però come spesso le accadrà nella vita, vorrebbe una stabilità economica più certa.

Il 30 novembre 1989 Aileen incontra Richard Mallory in una piazzola. I due si appartano in un boschetto vicino alla Inter-statale 95, l’autostrada, e con il favore del buio, fredda Mallory nella sua auto, con la Calibro 22, rubandogli l’auto e tutto ciò che possiede.

Torna a casa e mostra a Tyria i proventi della rapina, rivelandole di aver ammazzato il cliente.

Il loro rapporto si solidifica in questo esatto momento, con la condivisione di un segreto.

Tyria vive di buon grado la situazione, che le permette di essere mantenuta.

Intanto, sull’autostrada, Aileen continua a procurarsi guadagni dalle prestazioni sessuali ma gli omicidi, si rivelano molto più redditizi.

Il 5 maggio del 1990 uccide a sangue freddo un altro cliente con la Calibro 22, nascondendo bene il corpo. Infatti un detective lo ritroverà in un avanzato stato di decomposizione, tale da non permetterne il riconoscimento.

Il Giugno di quell’anno è la volta di David Spears che viene ritrovato dal detective Orange, il quale avvia un rilevamento certosino che però si rivela inutile, perché non viene trovato alcun indizio.

Il modus operandi di Aileen, comincia ad affinarsi e a diventare praticamente infallibile.

Il 6 giugno inoltre, viene ritrovata un altra vittima che viene successivamente associata allo stesso tipo di delitto, avvenuto con una Calibro 22, ma il cadavere è di identità sconosciuta.

Poco distante dal luogo del ritrovamento del corpo un agente rinviene una macchina abbandonata che svela l’identità del povero mal capitato di nome Charles Carskadonn.

Ormai è chiaro che qualcuno sta uccidendo uomini, che probabilmente potrebbero appartarsi con le prostitute, tanto da fomentare l’idea che l’omicida sia una donna, forse bianca, almeno trentenne.

I profiler, si mettono alla ricerca di elementi simili nelle scene del crimine, riscontrando il numero di proiettili rinvenuti sulla scena, capendo che al killer piace finire le vittime a colpi di pistola.

Il detective Tom Muck, viene assegnato alle indagini e lavorando sugli elementi e sul “sesto senso”, si convince che il killer è seriale: una prostituta che trova le sue vittime in maniera occasionale, improvvisando il finale dell’amplesso che non sempre termina in carneficina.

Una task force viene creata a posta per perseguire sul territorio ricerche approfondite ma brancolano nel buio.

Nei mesi che rimangono del 1990, a settembre è il turno di Dick Humphreys, un serio e colto lavoratore al Dipartimento che tratta abuso su minori. Viene ritrovato, due giorni dopo la sua scomparsa, freddato da 7 colpi partiti da una Calibro 22; ormai l’ossessione della Polizia.

Il 19 novembre Walter Jeno Antonio, camionista, viene ritrovato con la testa spappolata e il corpo distrutto da sette proiettili sparati da una “22.

Il 1990 è l’anno degli omicidi, che arrivano ad un possibile conteggio di 7 in 12 mesi.

La svolta Pontiac

Aileen e Tyria rimangono insieme, consapevoli che il proprio benestare dipende dagli omicidi che commette Aileen e da cui la compagna rimane fuori per volere di Aileen che cerca di proteggerla dalla sua condotta.

Rhonda Biley, cosciente delle indagini sulla prostituta serial killer, dichiara alla Polizia di aver visto due donne, una più giovane dell’altra, scappare dopo aver sfondato la recinzione di casa sua, rifiutando le prime cure offerte e abbandonando l’auto guasta.

La Scientifica trova una compatibilità tra le impronte nell’auto e quelle delle precedenti scene del crimine.

L’auto si scopre appartenere a Mallory, la prima possibile vittima del killer, e permette alle autorità di rintracciare una videocamera scomparsa insieme all’auto, lasciata presso un negozio di pegni. Ormai gli esami forensi sono strutturati e certificati e garantiscono che le impronte combaciano sia sulla videocamera che nell’auto.

L’8 gennaio del 1992, la Wournos tenta un altro colpo con il solito modus operandi: adescamento, contrattazione, uccisione premeditata, occultamento, rapina.

Quella sera sull’inter-statale 95 viene avvicinata da un uomo che la carica in macchina. Insieme parlano accordandosi sulla prestazione cercando un posto in cui appartarsi. Aileen non sa che l’uomo è un agente di polizia in borghese che vuole coglierla sul fatto, ma per sua fortuna l’agente desiste dal proseguire per non compromettere le indagini, e si lasciano cordialmente.

La Polizia decide di mettere la parola fine, imbrogliando la Wournos che una volta rintracciata presso il bar di motociclisti “The last resort”, viene accusata di detenzione di armi da fuoco, esattamente una Calibro 22, rimanendo distanti dalla questione omicidi perché possiedono solo prove circonstanziali. Quello che serve in un tribunale sono prove inequivocabili, come una dichiarazione spontanea o una intercettazione telefonica.

La Polizia, dopo aver messo alle strette Tyria, le offre una via di fuga semplice dalle accuse di omicidio della compagna facendole credere che lei verrebbe accusata allo stesso modo (anche se in realtà non hanno nessuna prova sulla Moore, se non le dichiarazioni da parte di Rhonda Biley).

Con questa strategia, i detective arrivano alla Wournos nel modo che speravano e decidono di registrare tre giorni di conversazioni tra le due donne, con l’obiettivo di farle parlare o anche solo alludere agli omicidi di cui però non è ancora ufficialmente accusata.

Durante una di queste “sincere” conversazioni, Tyria Moore trascina Aileen in un discorso da cui lei comprende che è registrata e quindi decide, anche spinta da un senso di protezione nei confronti di Tirya, di confessare, offrendo l’occasione perfetta alla Polizia.

Il 14 gennaio 1992 inizia il processo e il 27 gennaio la sentenza dichiara la pena capitale per sedia elettrica.

Quella che sembra una storia finita e archiviata, fomentata dai media, si rivela motivo di divisione nell’ opinione pubblica.

La cosa vera che emerge dal processo, sono le palesi e continue violenze e abusi subiti da Aileen dai clienti che frequentava.

Quindi la domanda che la giuria si pone è: Vittima o carnefice?

La difesa utilizzata dalla stessa Aileen pone le fondamenta su un stato di estrema necessità nella prostituzione e di legittima difesa verso gli atti commessi dai suoi clienti, concentrandosi sull’omicidio Mallory.

Infatti la sua Difesa stila una dichiarazione della Wournos in cui racconta le quattro ore passate con Mallory prima di punirlo per le sue azioni sconsiderate. Racconta delle torture sodomita ricevute ripetutamente, sia vaginali che anali (trovandosi lacerata in ambe due le zone intime), legata con una corda, in preda ad un maniaco che potrebbe aver fatto la stessa cosa a molte altre donne. Tenta quindi la strada dell’empatia, che però distrugge tutte le volte sfogandosi con la giuria accusandoli di essere “i coglioni d’America”, respingendo così gli unici che potevano salvarle la vita.

Ma la sua vita l’ha indurita troppo e al limite tra carnefice e vittima (ora le due cose si sono scambiate) non le viene negata la verità dei fatti raccontati, ma la Giuria desiste dal riconsegnarla alla società, almeno nel modo in cui si mostra.

Gli atteggiamenti antisociali, il carattere violento ed imprevedibile e lo status di “cacciatrice di uomini”, la condannano definitivamente.

Rinnova sempre l’estraneità ai fatti per Tyria risparmiandole un bel pò di guai.

Ormai sfinita dal processo e dal doversi difendere da sola verso tutti quelli che l’accusano, decide di confessare liberamente gli omicidi di Richard Mallory, David Spears, Charles Carskaddon, Troy Burress, Charles Humphreys, Walter Antonio, Peter Siems, confermando sempre la stessa versione di vittima due volte: sia passiva che attiva.

I discorsi portati dalla Wournos, per la giuria non hanno la stessa gravità dei 7 omicidi confessati.

Accusando e maledicendo tutti quelli che stavano portando alla gogna “una donna innocente che è diventata colpevole per necessità” rimarca in vaneggianti discorsi il suo “ritorno all’astronave aliena di Indipendence Day” lasciando la sua opinione su quello che sarà dopo di lei: “libri e qualche film di merda diventeranno la fortuna di qualcun altro”.

O anche: “Ho ucciso quegli uomini , li ho portati via mentre ero fredda come il ghiaccio e lo rifarei di nuovo.. Non c’è possibilità che io rimanga in vita, perché ucciderei di nuovo. Non voglio più guardare dentro me stessa. Sono così stufa di sentire questa frase “lei è pazza”. Sono stata valutata così tante volte. Sono competente, sana, e sto cercando di dire la verità, odio la vita umana e ucciderei di nuovo. La mia rabbia continua a bruciare, ucciderei di nuovo solo per puro odio come ho fatto con quegli uomini”

Tutto questo, considerato dall’accusa come un vano tentativo di farsi assegnare l’attenuante dell’ infermità mentale, fu catalogato come semplici vaneggiamenti.

L’esecuzione per iniezione letale avviene il 9 ottobre 2002 a Reiford in Florida.

Aileen Wournos ho anche chiami Shelly, Joy, Clara sono molteplici l’identità che Aileen utilizzava all’occorrenza per cavarsela da ogni situazione senza mai menzionare la sua vera identità se non all’unica persona a cui ha voluto bene davvero.

La vicenda Aileen Wournos ha da sempre diviso l’opinione pubblica americana e poi mondiale, dopo l’uscita del film. Una vicenda impossibile da valutare in maniera del tutto oggettiva perché le emozioni si scontrano e non trovano una via di uscita.

Il resoconto però parla chiaro:

7 vittime in 12 mesi..Oppure possiamo parlare di 8 vittime finali?

Grazie a “I killer più efferati della storia”

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Valentino Talluto, l’untore dell’Hivhttp://www.lefotochehannosegnatounepoca.it/2020/02/18/valentino-talluto-luntore-dellhiv/http://www.lefotochehannosegnatounepoca.it/2020/02/18/valentino-talluto-luntore-dellhiv/#respond<![CDATA[Roberto Vitale]]>Tue, 18 Feb 2020 09:53:05 +0000<![CDATA[Società]]>http://www.lefotochehannosegnatounepoca.it/?p=3334<![CDATA[

Con il termine Untore si indica quella persona che diffonde volontariamente una malattia. La parola nasce tra il seicento e il settecento quando il morbo della peste dilagava… Su tutte le maggiori testate giornalistiche mondiali [...]

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Con il termine Untore si indica quella persona che diffonde volontariamente una malattia. La parola nasce tra il seicento e il settecento quando il morbo della peste dilagava…

Su tutte le maggiori testate giornalistiche mondiali a Novembre del 2015 si poteva leggere questa notizia…

“Arrestato V.T., ha conteggiato 30 donne con l’HIV” oppure “Arrestato l’untore di Roma, ha contagiato 30 persone”… l’uomo in questione, l’untore di cui tutti parlano e un trentenne di Acilia di origini siciliane Valentino Talluto.

La polizia crede che il contabile 33enne abbia volontariamente infettato 32 delle almeno 53 donne con cui usciva dopo aver scoperto di essere sieropositivo.

Talluto risultato positivo all’HIV nel 2006. Poco dopo inizia a contattare attraverso i social network (Facebook, Badoo, Netlog, ma anche chat a luci rosse come Chatta e Ciao Amigos…) utilizzando lo pseudonimo di “Hearty Style”, diverse donne. Il “modus operandi” è sempre lo stesso: le portava a cena fuori poi c’erano i regali, i mazzi di fiori, un vero gentiluomo, un ragazzo d’altri tempi, se non fosse per il terribile segreto che nascondeva… Arriva ad allacciare fino a sei relazioni sentimentali contemporaneamente.

L’obiettivo è avere rapporti sessuali non protetti con il maggior numero di donne possibili, in modo da contagiarle con l’HIV. Non informerà mai il suo stato di sieropositività alle partner con cui ha rapporti e dalle testimonianze delle vittime, insisteva sempre per non utilizzare il condom “sono allergico al lattice” diceva.

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La storia dell’impiegato romano con lasieropositivitàè una storia che affonda le sue radici infamiglia: la madre, tossicodipendente e malata diAids, è morta quando lui aveva quattro anni. E, per i giudici, la probabilità che questo particolare fosse stato uno dei possibiliinneschidella suafuria non è mai stata da sottovalutare nel corso delle indagini.

La scoperta delle sue terribili azioni è dovuta alla denuncia di una delle sue partner, la ragazza fu ricoverata in seguito a problemi di salute. La mancata della diagnosi di sieropositività e delle dovute cure hanno trasformato l’Hiv in Aids. Rivoltasi alla polizia, denuncia Talluto. Non solo lei però accuserà problemi di salute. Diverse donne fanno la medesima scoperta e la persona in comune che tutte hanno frequentato è proprio Valentino.

Altre vittime scoprono di avere l’HIV solo dopo aver sentito dell’arresto di Talluto.

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Molte delle vittime sono studentesse, alcune addirittura madri.La più giovane aveva solo 14 anni all’inizio della loro relazione e non aveva avuto ancora alcuna esperienza sessuale, Valentino fu il primo. Indirettamente sono stati contagiati anche tre partner maschi, fidanzati di tre vittime e un bambino di otto mesi. La madre ha avuto rapporti con Talluto nei primi mesi di gravidanza e anche il nascituro ha contratto la malattia.

Ognuna delle ragazze, in fase di processo, ha descritto gli orrori dell’HIV, incluso lo stigma che ha allontanato anche amici e membri della famiglia.

Talluto è stato arrestato nel novembre 2015, quasi un decennio dopo lascoperta del suo stato di sieropositività.Il processo a suo carico è iniziato a marzo 2017. Viene condannato, aRoma, il 27 ottobre 2017. Condannato all’ergastolo per “lesioni intenzionali e grave e incurabile danno fisico “. Quello dell’untore di Acilia è stato ilprimo processoperepidemia dolosain Italia.

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Purtroppo, Valentino Talluto non è l’unico uomo ad aver contagiato le proprie partner con il virus dell’HIV. Diane Reeve ha raccontato la sua esperienza a The Guardian, contagiata dall’insospettabile fidanzato francese Philippe Padieu, un analista di sicurezza informatica, uomo affascinante, di 46 anni, con un segreto spaventoso. Stesso copione di Talluto: la conoscenza, la storia d’amore che va avanti per quattro anni, fino al momento in cui Diane scopre i tradimenti, i rapporti con le altre donne, le bugie e la verità più atroce. Due giorni dopo la fine della relazione: ha una malattia sessualmente trasmessa. Avverte Susan, un’altra ex di Philippe che fa il test e scopre la sieropositività, insieme mettono in guardia altre 23 donne, tutte vittime di Padieu. Oggi l’uomo è in prigione mentre Diane ha scritto un libro, Standing Strongs, per aiutare tutte le donne che, come lei, hanno avuto la sfortuna di imbattersi in un untore.

Grazie a “I killer più efferati della storia”

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La triste storia di April Tinsley, il cold case risolto dopo 30 annihttp://www.lefotochehannosegnatounepoca.it/2020/02/16/la-triste-storia-di-april-tinsley-il-cold-case-risolto-dopo-30-anni/http://www.lefotochehannosegnatounepoca.it/2020/02/16/la-triste-storia-di-april-tinsley-il-cold-case-risolto-dopo-30-anni/#respond<![CDATA[Roberto Vitale]]>Sun, 16 Feb 2020 12:50:58 +0000<![CDATA[Società]]>http://www.lefotochehannosegnatounepoca.it/?p=3325<![CDATA[

Per trent’anni un killer è riuscito ad eludere le indagini della polizia, fin quando un laboratorio di genetica forense è riuscito a individuare il Dna di due fratelli con le tracce lasciate del killer… Andiamo [...]

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Per trent’anni un killer è riuscito ad eludere le indagini della polizia, fin quando un laboratorio di genetica forense è riuscito a individuare il Dna di due fratelli con le tracce lasciate del killer…

Andiamo con ordine. È il 1° Aprile del 1988, un Venerdì Santo. Siamo a Grabill, nello stato dell’Indiana. Una tranquilla zona di campagna dove, banale dirlo… si conoscono tutti. Qui abita, con la sua famiglia, April Tinsley di otto anni. Dopo essere uscita per giocare con un’amichetta, scompare nel nulla.

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Le ricerche continuano per tre giorni quando il suo corpicino viene ritrovato in un campo, ad una trentina di chilometri dal luogo della scomparsa. La bambina è stata violentata e poi soffocata a mani nude. Vicino al corpo vengono ritrovati giocattoli sessuali e sugli slip gli investigatori trovano le tracce biologiche dell’assassino.

Poco dopo l’omicidio, la polizia ha rilasciato uno schizzo del sospettato basato sulla testimonianza di una persona che dichiarò di aver visto il rapitore.

Le Foto Che Hanno Segnato Un'Epoca (12)

Nonostante le incessanti indagini, i molteplici esami di laboratorio, gli interrogatori di possibili sospetti, la polizia non trova nessuna corrispondenza e la morte della piccola April resta senza colpevole.

Il caso, forse, sarebbe rimasto “solo” nella memoria degli americani come uno dei delitti più abietti mentre il responsabile rimaneva impunito, se solo il colpevole non avesse deciso di sfidare le autorità con un messaggio. Sono passati, infatti, due anni dal terribile fatto.

Nel 1990 sulla porta di un fienile a poca distanza dal luogo del delitto, compare la scritta che segue:

Le Foto Che Hanno Segnato Un'Epoca (13)

L’indagine per la seconda volta viene riaperta e poi chiusa. Gli sforzi della polizia continuano a non bastare per risolvere il caso.

L’esibizionismo del killer lo porta a farsi vivo di nuovo, sedici anni dopo. È il 2004 quando quattro biglietti vengono ritrovati in altrettante zone di Fort Wayne, persino nei cestini delle biciclette di alcune bambine, davanti ai giardini di casa.

Uno dei biglietti citava così… “Ciao tesoro, sono la stessa persona che ha rapito, violentato e ucciso April, tu sarai la mia prossima vittima”.

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I biglietti sono chiusi e insieme ad essi ci sono foto scattate con una Polaroid dove si vedono i genitali del corpo dell’uomo, i sacchetti di plastica contengono anche alcuni preservativi usati.

Le Foto Che Hanno Segnato Un'Epoca (15)

L’FBI si unisce alle indagini perché il caso viene riaperto nuovamente. Il Federal Bureau creò un profilo del sospetto, descrivendolo come: un “molestatore sessuale preferenziale”, “ha un desiderio sessuale persistente a lungo termine per i bambini”, “Il soggetto ignoto è un maschio bianco, tra i 40 e gli 50 anni, che viveva o lavora nella zona nord-est di Fort Wayne con un reddito medio-basso”.

La storia della piccola April, nel frattempo, ha acquisito molta popolarità, divenendo uno dei più conosciuti cold case d’America e diventa onnipresente in programmi televisivi come ‘American Most Wanted’ e viene definito dal CARD “Highly Solvable”, altamente risolvibile. Il colpevole però continua a restare ignoto.

La soluzione arriva 30 anni dopo. Nel maggio del 2018 a sole due settimane dall’arresto in California del “Golden State Killer”, il detective della polizia di Fort Wayne Brian Martin decide di utilizzare la stessa tecnica dell’analisi del DNA nel caso Tinsley. Nel laboratorio di genetica forense della ‘Parabon NanoLabs’, la ricercatrice CeCe More identifica così due fratelli il cui DNA è compatibile con quello del killer di April. L’FBI si mette sulle loro tracce, li pedina per giorni, preleva ulteriori tracce del DNA di uno dei due. A corrispondere, in seguito all’analisi, è il profilo genetico del primogenito John D. Miller di 59 anni che ancora vive nella stessa cittadina della sua vittima.

Pochi giorni dopo, quando l’uomo aprì la porta della sua roulette, gli agenti della polizia gli posero la seguente domanda: “Sa perché siamo qui?” E lui risponde solo con due parole: “April Tinsley”.

Grazie a “I killer più efferati della storia”

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Bobby Joe Long, il Serial Killer di Tampa Bayhttp://www.lefotochehannosegnatounepoca.it/2020/02/07/bobby-joe-long-il-serial-killer-di-tampa-bay/http://www.lefotochehannosegnatounepoca.it/2020/02/07/bobby-joe-long-il-serial-killer-di-tampa-bay/#respond<![CDATA[Roberto Vitale]]>Fri, 07 Feb 2020 16:08:13 +0000<![CDATA[Società]]>http://www.lefotochehannosegnatounepoca.it/?p=3316<![CDATA[

Bobby Joe Long conosciuto come il Serial Killer di Tampa Bay è uno stupratore seriale e assassino che terrorizzò la zona di Tampa in Florida per almeno un decennio. Long ha rapito, aggredito a sfondo [...]

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Le Foto Che Hanno Segnato Un'Epoca (16)

Bobby Joe Long conosciuto come il Serial Killer di Tampa Bay è uno stupratore seriale e assassino che terrorizzò la zona di Tampa in Florida per almeno un decennio. Long ha rapito, aggredito a sfondo sessuale e ucciso almeno 10 donne nella zona di Tampa Bay nel corso di un periodo di otto mesi e per circa 10 anni ha commesso un numero molto alto di stupri ai danni di donne e adolescenti. Il numero certo rimane sconosciuto, vista la mancanza della maggior parte delle denunce ma da sua stessa ammissione dovrebbero essere diverse decine.

Robert detto Bobby nacque il 14 ottobre 1953 a Kenova, West Virginia, da Joe e Louetta Long. La sua infanzia è segnata da un rapporto disfunzionale con sua madre, dormì infatti nel suo letto fino all’adolescenza. Veniva spesso costretto ad ascoltare i suoni provenienti dalla camera della madre mentre s’intratteneva con i suoi molteplici fidanzati di breve durata. Era nato con un cromosoma X in più, a causa del quale gli crebbe il seno durante la pubertà, fu oggetto di bullismo da parte dei compagni di scuola.Long sposò la sua ragazza del liceo nel 1974, dalla quale ebbe due figli prima che lei chiedesse il divorzionel 1980.

Le Foto Che Hanno Segnato Un'Epoca (17)

Prima degli omicidi della zona di Bay, Long aveva commesso almeno 50 stupri nelle zone di: Ocala, Miami e Dade County. A partire dal 1981 iniziò la sua carriera criminale come violentatore seriale. Il suo modus operandi era quello di rispose a vari annunci per piccoli elettrodomestici o annuncio immobiliari. Si presentava sul posto con il kit da stupro (composto da corde, nastro adesivo e fascette da elettricista), quando trovava una donna sola in casa l’aggrediva sessualmente. Gli stupri divennero sempre più violenti. Fu processato e condannato per abuso nel 1981 ma le accuse furono successivamente ritirate e lui fu rilasciato.

Le Foto Che Hanno Segnato Un'Epoca (18)

Long si trasferì nell’area di Tampa Bay nel 1983. La prima vittima di Long fu scoperta nel maggio 1984, quando l’ufficio dello sceriffo della contea di Hillsborough fu chiamato a una scena del crimine in cui era stato trovato il corpo nudo di una donna.

Ciò ha avviato un’indagine intensiva sul rapimento, lo stupro e l’omicidio di almeno 10 donne in tre contee nell’area di Tampa Bay (Hillsborough,Pasco ePinellas) coinvolgendo il personale dell’HCSO,dell’FBI, del dipartimento di polizia di Tampa, l’ufficio dello sceriffo della contea di Pasco e il Dipartimento per l’applicazione della legge in Florida.I corpi delle vittime vennero trovati in avanzato stato di decomposizione. L’assassino abbandonava i loro resti in aperta campagna, trascinati nei boschi, generalmente sempre all’aperto, quindi soggetti alle intemperie.

Le Foto Che Hanno Segnato Un'Epoca (19)

Bobby saliva sulla sua Dodge Magnum del1978 alla ricerca di vittime in zone note per laprostituzione e in bar dove era più facile trovate donne sole.Una volta avvicinatele, le persuadeva a salire in macchina con la scusa di un passaggio oppure le portava nel suo appartamento.L’aggressione si svolgeva sempre nello stesso modo: legava le vittime confascette stringi cavo o con corde che aveva modellato lui stesso. Le immobilizzava, le stuprava brutalmente e poi le strangolava. Molto tempo dopo confessò di aver tratto un piacere sadicodal rapimento, dallo stupro e dal brutale omicidio delle sue vittime. Alcune di loro vennero trovate con la sola recisa o percosse a morte.

Avrebbe poi disposto i corpi in posa.Delle 10 vittime conosciute di Long, cinque furono identificate come prostitute, due comeballerine esotiche, le restanti tre furono: un operaia, una studentessa e una donna disoccupata.La sua furia omicida durò circa 9 mesi, le vittime accertate furono: Artiss Ann Wick, 20 anni, uccisa il 27 marzo 1984; Ngeun Thi Long, 19 anni, uccisa il 13 maggio 1984; Michelle Denise Simms, 22 anni ,uccisa il 27 maggio 1984; Elizabeth Loudenback, 22 anni, uccisa l’8 giugno 1984; Vicky Marie Elliott, 21 anni, uccisa il 7 settembre 1984; Chanel Devoun Williams, 18 anni, ucciso il 7 ottobre 1984; Karen Beth Dinsfriend, 28 anni, uccisa il 14 ottobre 1984; Kimberly Kyle Hopps, 22 anni, uccisa il 31 ottobre 1984; Virginia Lee Johnson, 18 anni, uccisa il 6 novembre 1984; Kim Marie Swann, 21 anni, uccisa l’11 novembre 1984.

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Due donne sopravvissero: Linda Nuttall, aggredita a maggio 1984 e Lisa McVey, aggredita a novembre 1984.

Il Killer era ricercato in tre giurisdizioni nella zona di Tampa, dove gli investigatori avevano raccolto diverse prove forensi, tra cui abbigliamento, fibre di moquette, liquido seminale, segni di legatura e nodi di corda.

Long fu arrestato grazie alla testimonianza di una delle due ragazze, la diciassettenne Lisa McVey. Ammanettato fuori da un cinema il 16 novembre 1984 e accusato del rapimento e dello stupro di Lisa.Dopo che gli investigatori ottennero da lui una confessione per il caso McVey, i loro sforzi si concentrarono sulla serie di omicidi irrisolti nell’area di Tampa Bay.Mentre i detective interrogavano Long sugli omicidi, lui rispose: “Preferirei non rispondere“.

Le Foto Che Hanno Segnato Un'Epoca (21)

I detective continuarono l’interrogatorio e consegnarono a Long delle fotografie delle varie vittime dell’omicidio.A questo punto, Long dichiarò: “La situazione è sicuramente cambiata da quando sei tornato nella stanza. Penso che potrei aver bisogno di un avvocato“.Non gli fu fornito alcun avvocato e Bobby Joe alla fine confessò tutti gli omicidi.

Long fu condannato ad un totale di 99 anni per gli stupri, 28 ergastoli per gli omicidi e alla pena di morte.

Le Foto Che Hanno Segnato Un'Epoca (22)

Il 23 aprile 2019, il governatore della Florida Ron DeSantis hafirmato il mandato di morte per Long.I successivi ricorsi di Long sono stati respinti ed è stato giustiziato per iniezione letale il23 Maggio 2019.Ha mangiato il suo ultimo pasto alle 9:30 ora locale;ha chiesto arrosto di manzo, pancetta, patatine fritte e soda.Fu dichiarato morto alle 18:55 e non fece alcun’ultima dichiarazione.

Grazie a “I killer più efferati della storia”

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Il caso Rustin Parr e la strega di Blairhttp://www.lefotochehannosegnatounepoca.it/2020/01/24/il-caso-rustin-parr-e-la-strega-di-blair/http://www.lefotochehannosegnatounepoca.it/2020/01/24/il-caso-rustin-parr-e-la-strega-di-blair/#respond<![CDATA[Roberto Vitale]]>Fri, 24 Jan 2020 14:05:20 +0000<![CDATA[Società]]>http://www.lefotochehannosegnatounepoca.it/?p=3312<![CDATA[

La storia di Blair inizia nel 1771, anno della sua fondazione, per continuare spensierata fino al 1785, quando il villaggio nella zona di Baltimora, diventa tristemente noto a causa di una donna di nome Elly [...]

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Le Foto Che Hanno Segnato Un'Epoca (23)

La storia di Blair inizia nel 1771, anno della sua fondazione, per continuare spensierata fino al 1785, quando il villaggio nella zona di Baltimora, diventa tristemente noto a causa di una donna di nome Elly Kedward, di origini irlandesi, accusata e giudicata colpevole di stregoneria.

Tutto inizia dalla testimonianza di alcuni bambini che giurano di essere stati rapiti da Elly e costretti a sottoporsi a prelievi del sangue con strumenti e modi inusuali.

La sentenza si concentra sulla punizione, che prevede l’esilio dal paese, ed Elly viene abbandonata sola e senza vestiti nel cuore del bosco.

Un destino spezzato, che nel 1786 sembra tornare a scuotere le coscienze di quelli che ne erano stati i responsabili, compresi i bambini, che scompaiono nel nulla senza lasciare traccia.

Dunque, secondo i residenti, l’anima malefica della strega vampira è tornata per prendersi la sua vendetta.

Il villaggio, secondo fonti dell’epoca, inizia a spopolarsi finendo praticamente in rovina fino al 1824, quando durante i lavori di una nuova linea ferroviaria vengono ritrovati i resti di Blair, ormai riconquistato dalla vegetazione, che rinasce sotto un nuovo nome: Burkittsville.

A ridosso della nuova fondazione, tra dei ruderi in mezzo al bosco, viene ritrovato un libro quasi illeggibile, in cui si narra la storia di una antica strega vissuta in quelle zone, lasciata morire nel gelo della notte, legata ad un carretto per impedirgli di fuggire.

La dinamica descritta nel libro non può che ricordare la triste vicenda di Elly Kedward, passata alla storia come “la strega vampira” e successivamente: “La Strega di Blair.”

Il libro maledetto non fu mai ritrovato.

Un particolare avvenimento nel 1825, riporta il paese alla superstizione di un tempo.

La piccola Eileen Treacle, un giorno, affoga nel basso torrente Tappy Orientale. Proprio la bassa profondità delle acque rende ancor più inspiegabile il mancato ritrovamento del corpo e nonostante la presenza di alcuni testimoni, il corpo non viene ritrovato.

La vicenda assume una rilevanza inquietante dal momento che i testimoni dichiarano che la bambina sembra sia stata trascinata sul fondo da una pallida mano comparsa dalle acque che con vigore l’ha afferrata e poi trascinata sul fondo. La famiglia non vedrà mai più Eileen.

Tutto finisce e ricomincia nel 1886 quando la vicenda di Robin Weaver scrolla tutti gli abitanti.

Infatti la ragazzina scompare nel nulla senza essere ritrovata dalla squadra di volontari creata a posta per le ricerche.

Le autorità, non avendo notizie dei volontari, inviano altri uomini addestrati in ricognizione, pronti ad ogni evenienza.

Quando arrivano sul luogo, ciò che trovano sono i resti di una violenza brutale, con i corpi smembrati e sezionati, resi irriconoscibili dalle espressioni di terrore sul loro volto e resi inoffensivi dalle mani legate. (ancora una volta la vittima è legata).

Nessuno di loro vuole tornare nel bosco e lo sceriffo decide di andare di persona sulla scena del crimine, trovando solo il sangue. La vicenda intimorisce a tal punto le autorità tanto da rinunciare alle indagini. Robin Weaver non verrà più ritrovata.

Siamo arrivati al momento più interessante di questa storia e questo capitolo porta il nome di Rustin Parr, un giovane commesso di Burkittsville.

Rustin lavora nel negozio di alimentari dei suoi genitori fino alla loro morte, avvenuta nel 1940, dopo la quale decide di chiudere l’attività e di ritirarsi lontano dalla comunità. Quando costruisce una casa nel bosco e ci si trasferisce, riducendo drasticamente le sue apparizioni in città, gli abitanti di Burkittsville lo credono semplicemente impazzito.

Un giorno, una dolce bambina bionda di nome Emily Hollands, porta al petto le sue due bambole che conserva gelosamente. Quelle bambole vengono poi ritrovate sul ciglio della strada, ma di Emily nemmeno l’ombra. I genitori allertano le autorità che da subito iniziano le ricerche, fino a quando alcuni agenti arrivano ai confini del bosco, ma qualcuno si rifiuta di andare oltre, forse per superstizione o intimorito dalla leggenda della strega. Le ricerche rimangono circostanziali.

Poco tempo dopo un forte uragano si abbatte nella zona di Baltimora costringendo gli agenti a sospendere le ricerche in corso di un altro bambino di nome Kyle Brody, scomparso dopo una battuta di pesca nelle vicinanze della sua futura casa.

Cessato l’uragano ripartono le indagini ma gli agenti brancolano nel buio e sulla scrivania dello sceriffo ci sono ormai otto nomi di otto bambini scomparsi.

Proprio in quel momento Kyle Brody, fuggito al massacro, davanti alle autorità racconta di essere stato rapito da Parr e da lui condotto nella casa nel bosco. Prosegue dicendo di aver assistito all’uccisione di altri bambini. La sua dichiarazione mobilita gli agenti che si dirigono a casa di Parr dove rinvengono sette cadaveri, apparentemente disposti secondo un macabro rituale.

A questo punto l’interrogatorio degli inquirenti svela i dettagli della carneficina:

La procedura prevedeva di legare le vittime a dei pali di legno per impedire loro di scappare e in seguito provocare tagli superficiali e altri più profondi nella carne delle povere vittime, provocandone il dissanguamento, finendole poi con una pressione del cranio talmente forte da schiacciarlo.

Rustin Parr dichiara che la voce nella sua testa, che nel tempo si è fatta sempre più insistente si è tramutata in ordini veri e propri e che tale voce proveniva da una strega il cui spirito è rimasto intrappolato nel bosco.

Nei racconti di Parr la strega compariva solo per qualche attimo per indicargli come e chi uccidere. Avvenimenti accaduti fino alla mattina del 25 maggio 1941 quando la voce della strega gli rivela che il suo compito è “giunto al termine”.

Secondo le autorità locali Parr rimane l’unico vero colpevole del massacro e viene condannato a morte tramite impiccagione, con la nascosta intenzione di “soffocare” una volta per tutte questa orribile vicenda.

Il 22 novembre 1941 avviene l’esecuzione del killer.

Il caso Rustin Parr nel corso degli anni si dissolve nel silenzio degli abitanti, ma non nella mente di Kyle Brody dove rimane indelebile. Le violenze che fu costretto a guardare da piccolo, nella casa di Parr, lo seguiranno per tutta la vita, rendendo sempre più frequenti gli stati di alterazione e rabbia, incontrollati.

Dopo essere stato arrestato per vagabondaggio e poi chiuso in vari istituti di igiene mentale, finisce il suo ultimo pasto l’1 marzo 1971, quando ricava una lama dal suo cucchiaio in dotazione, tagliandosi le vene dei polsi e lasciandosi morire.

Una fine lenta, che trova il suo unico picco di luce nell’ultima espressione di Kyle, ritenuta dagli inservienti serena e paurosamente pacifica.

Nessuno ancora oggi si spiega la strana atmosfera di quei luoghi, battuti da curiosi e amanti del genere in cerca di risposte ancora oggi, lasciando tutti con una sola domanda in testa:

Dove inizia la realtà e finisce la leggenda?

Le Foto Che Hanno Segnato Un'Epoca (24)

Grazie a “I killer più efferati della storia”

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Etan Patz: il primo bambino la cui foto fu stampata sui cartoni del lattehttp://www.lefotochehannosegnatounepoca.it/2020/01/15/etan-patz-il-primo-bambino-la-cui-foto-fu-stampata-sui-cartoni-del-latte/http://www.lefotochehannosegnatounepoca.it/2020/01/15/etan-patz-il-primo-bambino-la-cui-foto-fu-stampata-sui-cartoni-del-latte/#respond<![CDATA[Roberto Vitale]]>Wed, 15 Jan 2020 14:36:40 +0000<![CDATA[Società]]>http://www.lefotochehannosegnatounepoca.it/?p=3308<![CDATA[

Patz era un bambino di 6 anni che, la mattina del 25 Maggio 1979, scomparve nel nulla a New York, nel quartiere di SoHo a Manhattan. Quel giorno i genitori di Etan, Stanley e Julie [...]

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Le Foto Che Hanno Segnato Un'Epoca (25)

Patz era un bambino di 6 anni che, la mattina del 25 Maggio 1979, scomparve nel nulla a New York, nel quartiere di SoHo a Manhattan.
Quel giorno i genitori di Etan, Stanley e Julie Patz, permisero per la prima volta al piccolo di recarsi da solo fino allo scuolabus. Doveva camminare per due isolati per raggiungere la fermata a West Broadway in Spring Street. Indossava un cappello blu, una maglietta blu, blue jeans, e scarpe blu. Aveva in tasca un dollaro che gli avevano dato i genitori per comprarsi una bevanda da gustare durante il tragitto. Non raggiunse mai la fermata dell’autobus. Quando non ritornò a casa, alla fine della giornata di scuola, la madre chiamò la polizia. Inizialmente, gli investigatori considerarono i Patz come potenziali sospettati ma determinarono poi che non avevano nessun coinvolgimento nella vicenda.

La sera iniziarono le ricerche approfondite, usando quasi 100 poliziotti e una squadra di segugi. Le ricerche continuarono per settimane. I vicini e la polizia riempirono la città con poster di Etan, ma ottennero poche piste.
Stan Patz, il padre di Etan, era un fotografo professionista e aveva una collezione di foto che aveva fatto al figlio. Il volto del piccolo fu stampato su innumerevoli poster e volantini. Etan fu il primo bambino la cui immagine fu stampata sui cartoni del latte. Il suo volto fu proiettato anche sugli schermi di Times Square.
Le ricerche del bambino andarono avanti per tanti anni, ma nessuna pista seguita dalla polizia sembrava essere quella giusta, nessuna chiamata di riscatto arrivò ai genitori che rimasero notte e giorno attaccati al telefono: nessuno sembrava aver più visto Etan dalla mattina del 25 Maggio 1979.

Nel 1985, dopo esser stato incaricato del caso Patz, il procuratore Stuart R. GraBois identificò Jose Antonio Ramos come un possibile sospettato. L’uomo era stato precedentemente condannato per abuso di minore e detenuto in Pennsylvania. Alcuni bambini avevano accusato Ramos di aver cercato di attirarli in una caditoia, nella zona in cui viveva nel 1982. Quando la polizia perlustrò il luogo, trovò fotografie di Ramos e di bambini che somigliavano a Etan. La prima volta che fu interrogato da GraBois, Ramos dichiarò che il giorno in cui Etan scomparve, aveva portato un ragazzo nel suo appartamento con l’intenzione di stuprarlo ma che alla fine lo aveva lasciato andare. Disse che era sicuro al 90 per cento che si trattasse del bambino comparso, in seguito, in televisione ma non usò mai il nome “Etan”. Le autorità non trovarono mai prove a suo carico.
Stanley e Julie Patz, iniziarono così un’azione legale contro Ramos. Ogni anno, nell’anniversario del compleanno di Etan e della sua scomparsa, i Patz inviavano a Ramos una copia del poster di loro figlio, sempre con lo stesso messaggio: “Cosa hai fatto al mio piccolo Etan?”
Ramos negò di aver ucciso Etan. In seguito fu rinchiuso per 20 anni in carcere, nello State Correctinal Institution a Dallas, per aver molestato nuovamente un bambino. Venne rilasciato il 7 novembre 2012. Poco dopo la sua scarcerazione fu arrestato nuovamente per aver violentato e ucciso brutalmente la piccola Megan Law di 7 anni.
Nel 2001 Etan Patz fu dichiarato legalmente morto.
Il 24 maggio 2012, Il sovrintendente della polizia di New York Raymond Kelly annunciò che un detenuto si era autoaccusato della scomparsa del piccolo Patz.

L’uomo fu identificato con il nome di Pedro Hernandez di 51 anni che confessò di aver strangolato Etan. Hernandez all’epoca diciottenne, era impiegato come commesso in un minimarket nel maggio del 1979 a Soho. Etan entrò nel negozio con un dollaro in tasca, per acquistare una soda da bere a pranzo. Fu allora che l’uomo lo aggredì e trascino’ nel seminterrato del negozio per abusarne sessualmente. Soffocò Etan e più tardi, lo stesso giorno, si sbarazzò dei resti del corpicino gettandoli nell’immondizia.

Le Foto Che Hanno Segnato Un'Epoca (26)

Dichiarazioni fatte nel maggio 2012 dalla sorella di Hernandez, Nina, e da Tomas Rivera, leader di un gruppo cristiano nella Chiesa cattolica St. Anthony of Padua a Camden, New Jersey, indicavano che Hernandez aveva pubblicamente confessato di aver ucciso Etan in presenza dei fedeli della parrocchia. Secondo la sorella, era un “segreto di famiglia confessato in chiesa.” Un grand jury di New York condannò Hernandez il 14 novembre 2012, per omicidio di secondo grado e rapimento.
L’avvocato difensore di Hernandez affermò che all’uomo era stato diagnosticato un disturbo schizofrenico di personalità, che include allucinazioni. L’avvocato ha anche detto che il suo cliente aveva un QI di circa 70, “ai limiti della seminfermità mentale.”
Il 12 dicembre 2012, Hernandez ritrattò, dichiarandosi non colpevole per i due capi d’imputazione: omicidio e rapimento. Harvey Fishbein, difensore di Pedro Hernandez, presentò una mozione dicendo che “la confessione di Hernandez era falsa, piena di dichiarazioni dubbie e fatta dopo quasi sette ore di interrogatorio della polizia” sostenendo che avesse solo immaginato di uccidere. Tuttavia, il giudice della Corte Suprema di Manhattan Maxwell Wiley decretò che le prove erano “legalmente sufficienti per supportare le accuse” e che il caso poteva proseguire. Il primo processo si concluse con l’annullamento: la giuria non riuscì ad avere un verdetto univoco.
Al secondo processo però la confessione di Hernandez fu molto precisa e particolareggiata. L’accusa chiamò a deporre in aula diversi familiari dell’uomo che raccontarono come Hernandez avesse confessato anche a loro, più volte nel corso degli anni, di aver «ucciso un bambino a New York».
Il caso del piccolo Etan scosse profondamente l’America, tanto da trasformarlo nel più famoso «Bambino scomparso» nella storia della città di New York. E la sua scomparsa inaugurò quella che possiamo chiamare «l’era dell’ansietà» tra i genitori americani (fino allora era normale lasciare andare i figli a scuola da soli anche in una città come Manhattan) dando vita al movimento «Missing Children» la cui effige viene ancora stampata sui cartoni del latte.

Grazie a “I killer più efferati della storia”

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Cosa accomuna Elizabeth Short (Black Dahlia), Richard Ramirez (the Night Stalker), il serial killer Jack Unterweger (The Writer) e una studentessa canadese morta in circostanze misteriose nel 2013? Semplice, il Cecil Hotel. Il Cecil Hotel [...]

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Le Foto Che Hanno Segnato Un'Epoca (27)

Cosa accomuna Elizabeth Short (Black Dahlia), Richard Ramirez (the Night Stalker), il serial killer Jack Unterweger (The Writer) e una studentessa canadese morta in circostanze misteriose nel 2013?
Semplice, il Cecil Hotel.

Il Cecil Hotel è un imponente costruzione dei primi del novecento, che vanta diciannove piani e seicento camere; Costato ben un milione di dollari spesi in marmo e statue in alabastro poiché inizialmente progettato per essere un hotel di lusso per la gente illustre di Los Angeles, ma complice la grande depressione e la sua posizione in un quartiere divenuto poverissimo, il Cecil ebbe un tipo di clientela ben diverso da quella sperata.
L’ hotel in pochi decenni venne soprannominato The Suicide, perché venne scelto come luogo ideale per numerosi suicidi e non solo.
In ordine cronologico :
• 19 Novembre 1931, W.K Norton si uccide con pillole di cianuro nella sua stanza.

• Settembre 1932, Benjamin Dodich di 25 anni si spara alla testa con un fucile.

• Luglio 1934, il sergente Louis D. Borden si taglia la gola con un rasoio.

• Marzo 1937, Grace E. Magro cade dal nono piano dell’ hotel, non è chiaro se si sia trattato di omicidio o suicidio.

• Gennaio 1938, il pompiere Roy Thompson si getta dall’ultimo piano dell’edificio.

•Maggio 1939, Erwin C. Neblett si uccide con del veleno.

• Gennaio 1940, Dorothy Sceiger, altro avvelenamento.

•Settembre 1944, Dorothy Jean Purcell, mentre pernotta con il suo ragazzo in una delle camere, si accorge di essere incinta e di avere le doglie, partorisce in bagno e credendo che il bambino fosse nato morto decide di lanciarlo dalla finestra.

•Novembre 1947, Robert Smith si lancia dal settimo piano.

• 22 Ottobre 1954, Helen Gurnee, anche lei si getta dal settimo piano schiantandosi sull’insegna dell’hotel.

• 11 Febbraio 1962, Julia Frances Moore sceglie invece l’ottavo piano.

• 12 Ottobre 1962, Pauline Otton si lancia dal nono piano, cadrà su George Giannini e lo ucciderà sul colpo.

•4 Giugno 1964, una pensionata soprannominata “Pidgeon Goldie” viene trovata morta nella sua stanza : è stata stuprata, picchiata ed accoltellata. Il caso rimase irrisolto.

•20 Dicembre 1975, una donna non identificata si registra con un nome falso, dopo aver alloggiato per quattro giorni nella stanza 327 decide di suicidarsi buttandosi dal dodicesimo piano.

•31 Gennaio 2013, Elisa Lam, studentessa canadese di origini asiatiche scompare, le ultime immagini di lei sono state registrate dalle telecamere dell’ascensore del Cecil; In quel video la ragazza appare inquieta, si guarda intorno nervosamente mentre spinge i pulsanti dell’ascensore in modo ossessivo.

•19 Febbraio 2013, il corpo nudo di Elisa Lam viene ritrovato nella cisterna dell’acqua (chiusa dall’esterno) sul tetto dell’hotel.
La sua morte verrà classificata come “annegamento accidentale” poiché la ragazza soffriva di disturbo bipolare, cosa che secondo la polizia spiegherebbe sia lo strano comportamento nel video (che trovate su YouTube) che l’insolito posto in cui è stata ritrovata.

•13 Giugno 2015, un ragazzo ventottenne la cui identità non è stata rivelata, viene rinvenuto sfracellato sui gradini d’ingresso dell’hotel; Il personale ha smentito si trattasse di un ospite della struttura.

•Gennaio 1947, la vittima del più famoso caso irrisolto di Los Angeles, Elizabeth Short soprannominata “Black Dahlia”, viene vista per l’ultima volta viva al bar del Cecil (alcune fonti dicono vi abbia passato alcune notti prima del suo omicidio).
Il luogo del ritrovamento del cadavere inoltre, non è molto lontano dall’hotel.

•1985, Richard Ramirez il serial killer chiamato The Night Stalker soggiornò all’ultimo piano del Cecil tra un omicidio e l’altro, “Poteva tornare nella Hall nudo o coperto di sangue, nessuno avrebbe battuto ciglio dato che negli anni Ottanta l’Hotel era un totale caos”.

•1991, Jack Unterweger, serial killer di prostitute (le strangolava con qualsiasi cosa avesse a tiro, persino con i loro stessi reggiseni);
Pagò in anticipo cinque notti e nella sua stanza picchiò, violentò e uccise Shannon Exley, Irene Rodriguez e Sherri Ann Long.

L’Hotel, che si trova al 640 di Main street è attualmente ancora aperto, ha cambiato nome nel 2007 in Stay on Main, ed è un tre stelle economico.
Semmai passaste da Los Angeles potreste farci un pensierino.

Grazie a “I killer più efferati della storia”

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